03 maggio, 2008

Letteratura

Attualmente mi trovo in una fase di retrospettiva. Scrittori del periodo della mia giovinezza vogliono essere riletti, devo ritrovare le mie origini nel senso: ricordare il futuro intrecciando il passato con il presente. Così mi sono occupato de "Il lupo della steppa" di Herman Hesse e di "Rheinsberg", "Tigre, Pantera e co." e "Il libro dei pyrenei" di Kurt Tucholski. Attualmente Günter Grass con "Anni di cani", "Gatto e topo" e "Il tamburo di latta".

Chi dimostra voglia e interesse di immergersi nella storia e nella vita di tutti i giorni della Germania dell’est e ovest, della Polonia e della Russia bianca nel periodo a cavallo tra i due secoli scorsi fino al secondo dopoguerra, scopre attraverso Günter Grass una ricchezza di informazione e giudizio in una vita quotidiana osservata con acuta precisione; meccanismi di causa ed effetto che formano la morale borghese. Günter Grass è un genio di espressione e di linguistica al quale riesce in maniera singolare di affrontare con ironia ed inventiva temi come la tragedia, la commedia, il bene, il male. Günter Grass mi fa ritornare in mente i quadri del giovane Paul Klee.

Oggi esiste la tendenza a rimuginare documenti storici del ventesimo secolo e metterli in onda attraverso la TV. Quale misero tentativo rispetto alla letteratura nella quale con parole si riesce in una frase ad oltrepassare i confini dove il possibile coesiste pacificamente con l'impossibile!

Nessun commento: